La vita imita l’arte più di quanto l’arte imiti la vita.
Oscar Wilde.
Da un po’ di tempo a questa parte, mi sembra di vivere in un film. Ma non in La La Land a cantare e ballare per la strada con Ryan Gosling. Mi sembra di avere intorno personaggi usciti dalla mente contorta di uno sceneggiatore a basso costo, con trame e situazioni ripetute, battute scontate e una gran brutta scenografia.
Non so se il cinema prenda spunto dalla vita reale o viceversa, sta di fatto che a me piace molto guardare i film e capire le dinamiche che regolano i gruppi sociali.
E spesso non ci trovo molta differenza.
Prendiamo per esempio i ‘disaster movies’ a me tanto cari, cioè quei film che parlano di terremoti, asteroidi, alluvioni, alieni, ma che portano tutti inevitabilmente alla fine del mondo.
I film cambiano, alcuni sono epici, altri a basso costo con effetti speciali fatti con il cartone e la colla, ma i personaggi e le dinamiche sono sempre gli stessi:
– l’asiatico saccente
– l’esperto di computer sovrappeso e con la camicia hawaiana che fa il simpatico.
– lo scienziato con gli occhiali, che si accorge subito che la fine del mondo sta arrivando, ma al quale nessuno da retta (anche perché se no finirebbe subito il film)
– la moglie separata dello scienziato, che adesso ha un importante incarico governativo e di solito a metà film indossa pantaloncini, canottiera aderente con camicia a quadri slacciata sopra.
– i figli della coppia separata, che nel week end della fine del mondo sono affidati al padre scienziato. Si mettono subito nei guai.
– il cane. Spesso un labrador molto più intelligente del resto dei personaggi.
– un militare dalla pistola facile.
BONUS: una bionda bella e scema, che spesso muore tra atroci tormenti.
Quante volte mi sono sentita ignorata e inascoltata come un matematico che interpreta un messaggio alieno? per poi pensare E LO AVEVO DETTO IO, quando si profila l’astronave all’orizzonte?
Ma oggi la mia riflessione sull’arte e la vita, è rivolta ad un’altra tipologia di film: i teen movie degli anni 80.
Anche in questi film si trovano personaggi e dinamiche ricorrenti, che spesso rivedo intorno a me nella vita vera:
– Le cheerleaders. Che sono ovviamente belle, desiderate, leader indiscusse, e che vanno sempre a scuola con la divisa, composta da gonnellino e maglietta aderente. Di solito il gruppo è formato da 3 individui:
L’ape regina, ovvero il comandante in capo, il vertice della piramide umana. Assolutamente bionda.
La damigella, migliore amica dell’ape regina, di solito vive di luce riflessa e annuisce.
La portaborse, per quanto avvenente come le altre ha un ruolo di secondo piano. Ambisce a diventare la damigella e per assurgere a questo ruolo ci sono ben poche cose che non sia disposta a fare. Di solito di una cattiveria inaudita, proprio per farsi notare.
– Il maschio alfa, il capitano di una qualche squadra sportiva della scuola. Immancabilmente fidanzato con l’ape regina, ma segretamente innamorato di un’altra.
– Il compare del maschio alfa, fidanzato ovviamente con la damigella, dal quoziente intellettivo pari a 4.
Riassumendo, senza il supporto del gruppo, ognuno di questi individui è utile quanto una bicicletta per un pesce rosso. E’ il branco che li rende forti. E li spinge a tagliare fuori chi potrebbe minare le loro certezze, o prevaricare i loro ruoli.
E visto che siamo in un film americano .. dall’altra parte della mensa scolastica, ci sono i veri protagonisti della storia, il gruppo degli ‘sfigati’, alternativi, vestiti in modo strano, intellettualoidi e/o musicisti.
– il simpatico sempre in punizione
– la dark. Chissà perchè in quei film c’era SEMPRE una dark
– il secchione, con gli occhiali riparati con il nastro adesivo
– quello che si fa le canne.
– E POI C’E’ LEI, inconsapevolmente affascinante, intelligente, eclettica e creativa. Spesso porta un cappello vintage o si cuce i vestiti da sola. Ottimi voti in letteratura. Il maschio alfa è segretamente innamorato di lei, e lei lo tratta con patetica condiscendenza, spesso dandogli ripetizioni. Ritiene il gruppo leader intellettualmente inferiore, non si mescola con la gente e guarda un po’ tutti dall’alto in basso. Nella maggior parte dei teen movie di quegli anni LEI era Molly Ringwald, emblema del brutto anatroccolo che diventa un cigno, dell’intelligenza che vince sul vuoto mentale. Tutto questo con la colonna sonora degli Psychedelic Furs.
Nelle dinamiche sociali intorno a me, per chi se lo stesse chiedendo, io sono Molly Ringwald.
PS l’alter ego maschile della rossa Molly, è Matthew Broderick, allampanato, divertente e casinista, non bellissimo, con un fascino tutto suo.
Non dimentichiamoci che Matthew nella vita vera, ha poi sposato la regina delle api regine: Carrie Bradshaw di Sex & the City.
Se non è nemesi questa ..
Per chi non conoscesse Molly, i teen movie degli anni 80 o gli Psyhedelic Furs .. iniziamo da qui
Leave a comment