Gli scheletri nell’armadio

Con somma gioia e un filo di sgomento dei miei famigliari e amici, sto leggendo il libro ‘il magico potere del riordino’ di Marie Kondo. Sottotitolo ‘il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita’.
Ora, non è che io sia un accumulatore seriale, non ho scatolette di tonno vuote fuori dalla porta. Ma ho una casa ‘piena’.
Con una discreta dose di autocritica posso dire che mi affeziono alle cose. Per ogni cimelio custodito nel mio straripante armadio posso citare anno di acquisto, occasioni in cui l’ho indossato, persone che ho conosciuto con quel capo indosso, viaggi, esami, situazioni.
Ogni giacca è un’esperienza di vita, ogni jeans ormai diventato troppo stretto una speranza per un futuro dimagrimento.
lgaAprendo quelle ante si possono trovare: camicie avvitate alla Kim Basinger puro retaggio anni 80, un giacchino tipo motociclista in finta pelle, cioè pura plastica arancione zucca. Una borsa di Hello Kitty rosa con i lustrini. E molto molto altro ancora. Tutto in perfetto disordine disorganizzato, perchè nessuno di questi capi esce dall’armadio da molti anni, ma mi piace averli li.
L’altra sera un’amica di vecchia data (ciao Giovanna!) mi ha mandato una nostra foto insieme, indossavo un maglioncino di cotone lavorato a maglia, e ho riconosciuto il mio primo lavoro ai ferri iniziato finito e indossato. In quella foto eravamo a scuola con dietro di noi la porta della classe III E, giusto per dare una dimensione temporale alla fotografia.
Quel maglioncino, tra l’altro molto bello, ha subito 3 traslochi e una ventina di cambi armadi. Lo tiro fuori d’estate, e lo rimetto via in autunno senza mai indossarlo.
Ma vederlo li, addosso alla me stessa sedicenne mi ha fatto pensare.
I ricordi sono una parte importante, ma l’amicizia e le esperienze condivise con Giovanna, che ho rivisto dopo 25 anni, non sono dovute al tenere o meno un vestito nell’armadio. Fanno parte di noi.
Quindi ho deciso: grandi sacchi neri e buttiamo via il vecchio per fare spazio al nuovo. Che poi è quello che ti trasforma la vita.
Anche se lo stile minimal rigoroso zen giapponese non sarà mai mio. Come si fa a vivere in una casa ‘disinfettata’?
Anzi ho cambiato idea .. i vestiti vecchi li trasformo in fettuccia e li rilavoro, ho già un paio di idee in mente…
Quindi rettifico, non buttare via le cose vecchie, che siano belle o brutte, pensaci, elabora, inventa, e prendi spunto per farne qualcosa di nuovo che ti può servire.
Però la giacca arancione è finita nel pattume.

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4 Comments on Gli scheletri nell’armadio

  1. Ricordo la giacchina….e ora piango 😉

  2. No la giacca arancione……..come hai potuto???????

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